Il mondo empatico del ballo per i bambini piccoli e della giocodanza
Fin da bambina sono stata sempre propensa nei confronti del ballo, ma in particolare delle danze accademiche, le quali racchiudono nel loro grande insieme di sotto danze, le 3 principali a livello accademico: il balletto classico, la danza modern e la danza contemporary.
Ho iniziato a ballare all’età di 4 anni, ero piccola e volevo come tutte le piccine, sentirmi una vera principessa.
La danza classica, soprattutto in tenera età, può essere praticata dai 3 anni, ogni bimba di questa particolare età anagrafica, rappresenta nel suo piccolo un nuovo universo pronto ad essere esplorato!
Questo ovviamente per il fatto che grazie alla bravura dell’insegnante, ogni bambino risulterà come un libro in bianco pronto per essere scritto.
Se la bambina od il bambino si interessa al ballo, significa che il docente è davvero in gamba, naturalmente perché bambini così piccoli si distraggono facilmente.
Un insegnante che sa il fatto suo riesce però a modificare da subito il grado di attenzione, ma soprattutto il focus del bambino, che da quel momento in poi sarà attirato dalla disciplina studiata e la porterà con sé un po’ ovunque.
Io stessa ebbi la grande fortuna di capitare in una classe di bimbe davvero disciplinate, ispirate a seguire le lezioni di danza propedeutica classica dalla stessa insegnante.
Molte mamme si chiedevano come i loro diavoletti di casa, potessero stare così ligie ed attente in classe di danza.
Tutto questo, ripeto, accade esclusivamente quando l’insegnante di gioco danza (la danza ed il gioco utilizzati per i bimbi dai 3 anni, come metodo di indirizzamento alla danza), risulta essere davvero brava e preparata.
Ad ogni modo, questa introduzione occorreva esclusivamente per fare capire quanto l’imprinting iniziale è importante.
La giocodanza insegnata nelle scuole di ballo Italiane
Vi sono scuole di ballo che per errore o in buona fede, purtroppo si affidano ad insegnanti poco professionali, oppure fin troppo professionali per la mansione richiesta, ma che non possiedono nessuna infarinatura a riguardo per quel settore specifico dell’infanzia, nemmeno a livello generale o basico, per il lavoro con gli allievi più piccoli.
Avere a che fare con 15/20 bambini di 3 anni disseminate in un’aula di danza è piuttosto faticoso se non si conoscono le basi sul come prenderli, o per lo meno da dove iniziare per farsi portare una minima parvenza di rispetto.
Per questa ragione alcuni insegnanti, oltra ad i vari ed eventuali certificati comunali di carichi pendenti e di idoneità psicologica per il lavoro a stretto contatto con i bambini, dovrebbero quasi in tutti i casi partecipare a corsi specifici di formazione per il lavoro e specialmente l’insegnamento sugli stessi; potrebbero aiutare infatti nel caso dei bambini, formazioni come ad esempio la giocodanza.
Su altre tipologie di formazioni simili, ci pensano svariati enti di promozione e formazione sportiva, che sono a loro volta certificati ed affiliati al capostipite del C.O.N.I. Italia e, per questo, riconosciuti su tutto il territorio nazionale.
Nella mia vita ho sempre avuto a che fare con maestri di danza, alcuni bravissimi, spettacolari, grandi coreografi e ballerini di fama internazionale che però, nella maggior parte dei casi, quando veniva proposto loro l’insegnamento sui più piccoli, rifiutavano.
Io come altri insegnanti di ballo che conosco, siamo tutti d’accordo sull’aspetto che insegnare danza a bambini di un’età compresa tra i 3 ai 7 anni, è paragonabile ad una vera e propria vocazione.
E’ un lavoro molto differente dal classico insegnamento del ballo e non tutti sono in grado di sostenerlo nel migliore dei modi, in maniera specifica per l’infanzia, coltivando un generoso, allegro, empatico e naturalmente proficuo rapporto con i propri allievi.