La danza Gagliarda e gli antichi libri del balletto dopo la comparsa del maestro di ballo
Grazie alla comparsa del maestro di danza, nato per una questione principalmente legata alla memorizzazione, alla spiegazione tecnica e coreografica, avvenuto contestualmente all’esistenza delle Corti reali Italiane del 1400 e del 1500, nacquero in contemporanea ad esso, i primi trattati scritti sulla teoria della danza.
Questi testi nacquero attorno al 1400, subito dopo la nascita dei primi balletti di corte.
Esistevano durante questo primo periodo, 4 danze principali che vennero per l’appunto inserite e descritte, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista artistico, queste principali stili di danza, furono create appositamente per la danza di Corte e comprendevano:
- la briosa piva
- il vivace saltarello
- l’austera quaternaria
- la bassadanza
Furono le primissime tipologie di danze ad essere codificate da posizioni e passi precisi e quindi le prime ad essere tramandate da i primissimi veri maestri di balletto.
Durante questi secoli di formazione artistica (concentrati inizialmente nella fascia sociale della nobiltà ed in quella reale), vennero scritti oltre a semplici e pratiche guide teoriche, anche libri sui principi estetici della danza.
Esistono infatti manoscritti ancora oggi utilizzati e riconosciuti a livello Mondiale da tantissime accademie.
Alcuni libri oltre ad elogiare i principi artistici del ballo, racchiudevano le codifiche della danza nobilitata ad espressione artistica tramite la descrizione di come dovevano risultare i perfetti danzatori, attraverso passi presenti nella bassadanza e così via…
Nel periodo del tardo Rinascimento, nasce poi la vera e propria illustrazione tecnica.
La quale si occupa attraverso modelli di disegno di descrivere a pieno (nel senso fisico della parola) la pratica, la tecnica e le teorie racchiuse nella danza.
Verso la fine del 1500 e l’inizio del 1600 Altri testi, annunciano le norme di comportamento e quindi disciplinari da adottare mentre si entra in un’aula danza e si approccia alla tecnica del ballo.
Illustrando sempre attraverso la nuova tecnica delle prime rappresentazioni grafiche i passi e la descrizione di tantissime altre danze del periodo in questione: il passemezzo, la pavana, la gagliarda, il canario, la corrente, ed altre danze nobili ancora.
Queste ultime attraverso le loro dettagliate descrizioni tecniche, trasudano l’alto livello al quale le nuove danze ambiscono, evolvendosi grazie ad una tecnica sempre più virtuosa, riuscendo persino a stabilire fattori di gusto e di tendenza del periodo storico.
Durante il corso di tutto il secolo del 1500, è proprio la danza che prenderà poi il nome già prima accennato di “Gagliarda” a divenire uno dei balli più apprezzati ed utilizzati nelle rappresentazioni artistiche.
Questa era composta da ritmo ternario, sul quale venivano poi incastrati i vari passi, costituiti in prevalenza da balzelli calciati, danzati prevalentemente da coppie di ballerini di sesso opposto; la danza gagliarda rappresentava infatti una sorta di corteggiamento pantomimico e ballato, attraverso il quale i partners si esibivano con variazioni dinamiche e dei passi.
Nei confronti di questa particolare danza vi erano anche opinioni differenti, creò ad un certo punto tanto interesse quanto scalpore, non tanto perché rappresentasse il corteggiamento romantico e fisico, quanto più perché in alcuni momenti il cavaliere doveva riuscire attraverso prese specifiche, a far volteggiare la dama in aria, la quale, essendo nella maggior parte dei casi vestita con una gonna, a questa capitava di sollevarsi al momento del salto.
Ad ogni modo la maggior parte dei trattati, dei libri e dei manoscritti inerenti alla danza antica, affermano quanto quest’ultima sia stata fondamentale e di gran valore per l’educazione delle società dell’epoca, riuscendo ad essere utilizzata tra i nobili, non solo sotto un aspetto fisico, ma includendo anche quello del comportamento e del galateo sociale.