Perché si diventa danzatori?
Capita molto spesso di addentrarsi in alcune discussioni delle quali si capisce poco o nulla, molte volte questo avviene nell’ambito della danza; alla gente comune normalmente sfugge il fatto che il lavoro di ballerino o insegnante di ballo non sia in realtà un lavoro come un altro, spesso il lavoro di coreografo o maestro di danza viene accostato a un qualcosa di troppo artistico o troppo divertente per essere considerato un lavoro “vero”.
La verità è che i lavori di coreografo, insegnante di danza o ballerino, sono in realtà tutte mansioni da background preparativi molto duri, spesso molto più duri di quelli di un calciatore o altro atleta sportivo.
All’interno della danza oltre alla parte atletica che può esserci in qualsiasi altro tipo di sport, vi sono altri componenti tecnici da tenere sotto controllo, tra i quali possiamo riportare, il fattore estetico (da mantenere dall’inizio alla fine della scena), quello pantomimico (o anche recitativo in alcune Opere di spessore), ed infine la continua concentrazione facente parte dell’ascolto del ritmo da ballare sul tempo della musica.
La danza è probabilmente una delle discipline artistico-sportive più complesse, proprio per questo connubio di fattori.
Una persona che ad un certo punto della propria vita decide come per magia di diventare un danzatore, è una persona che sicuramente ha subito un percorso psicologico e spirituale interiore prima di arrivare alla sua decisione.
Viceversa un bambino inizia a danzare molte volte per scelta della famiglia, ed in situazioni minori per scelta personale, in casi sporadici assai rari, vi sono per giunta alcuni piccoli talenti che sarebbe troppo sprecato non farli ballare, spesso per loro stessa volontà del tutto spontanea.
Ogni persona che decide di ballare fino a farne la sua professione, ha sicuramente qualcosa di bello ed interessante da raccontare, il percorso di un danzatore nella maggior parte dei casi proviene da un desiderio di cambiamento o fuga da un ambiente sociale o famigliare non congeniale, a parte i talenti innati o come sopra menzionato, i percorsi artistici che nascono dall’infanzia.
Ma allora perché un ragazzo decide di fare il ballerino?
Spesso la danza rappresenta un collegamento tra il nostro mondo interiore e quello esterno, è un aspetto molto differente da ciò che avviene in ambito di altre materie sportive, nelle quali vi è maggiore espressione di forza muscolare e meno introspezione.
Nella danza è presente tutto, l’espressione motoria di forza ma anche il mantenimento di eleganza e mimica facciale, nonché una totale connessione con le proprie emozioni più nascoste.
Sono tutte cose che solo con molto studio sul proprio corpo e dedizione nell’apprendere non solo i movimenti, ma anche la mimica e la gestualità che li accompagnano, è possibile raggiungere nel loro insieme funzionale.
Per tutte queste particolarità che vanno a comporre il ballo professionale, è dunque capibile quanto un ragazzo o una ragazza che si avvicini alla danza, possa essere nel suo insieme caratterialmente molto sensibile.
Qualsiasi danzatore di livello o coreografo professionista, possiede di base o acquisisce durante la propria carriera quel grado di sensibilità opportuna nel rendere un semplice movimento, un gesto di senso compiuto in un ambito che diventa infine totalmente artistico e per nulla lasciato al caso.
I ragazzi scelgono la danza dunque per aprire la propria personalità al Mondo che li osserva, così come quando verranno osservati da danzatori una volta sul palco, dal proprio pubblico, non per narcisismo, eccentricità o spavalderia, ma per condivisione.