Fine dell’Opera-Ballet e inizio del Balletto d’Azione
Agli inizi del 1700 (XVIII secolo) la danza ottenne un ruolo predominante tra le produzioni del primo teatro della capitale di Francia (L’Opera di Parigi), anche se comunque, la funzione principale dei balletti aperti da quel periodo in poi al pubblico e non solo alla nobiltà, mantenne la sua principale funzione di ambito decorativo.
A prova di questo v’erano i danzatori stessi, artisti che grazie ai nuovi sistemi didattici ed accademici si spinsero verso una posizione professionale sempre più incisiva, ma che non poterono affatto liberare al 100%.
E’ un periodo propriamente abbastanza strano, poiché le abilità tecniche e preparatorie dei danzatori crescono nello spazio educativo, ma vengono poco o per nulla sfruttate nello spazio teatrale.
Era infatti abbastanza inusuale che venisse chiesto ai professionisti di dimostrare appieno le loro capacità espressive, fisiche ed artistiche una volta usciti in scena, sembra parecchio strano ma in principio, funzionava proprio così.
Dall’Opera-ballet, un binomio vincente tra cantato e danza che mantenne il favore del pubblico per tutto il XVII secolo, nel quale il canto e la musica suscitavano maggiore impatto sul pubblico, ecco che dall’inizio del secolo successivo, si passa ad un allineamento tra le arti espressive, all’interno del quale anche il ballo diviene uno dei principali protagonisti della scena teatrale.
Sarà quindi dal XVIII secolo che il pubblico incontrerà le basi di ciò che poi verrà considerato come lo sviluppo del Balletto d’azione (Ballet d’Action).
Il XVIII secolo pertanto è da considerarsi come un’epoca di grandi danzatori, un’epoca nella quale sia ballerini che rispettivi coreografi iniziano a lavorare assieme per aggiungere alle opere, qualcosa in più del mero sfoggio delle tecniche.
Già dagli inizi del secolo del balletto d’azione, la tecnica in scena diviene uno dei principali protagonisti della scena teatrale, si ricerca dunque la bellezza del movimento e dell’azione.
Questo decreterà la fine dell’Opera-ballet e l’inizio del balletto d’azione come strumento di intrattenimento principale del Mondo del balletto.
Gli addetti ai lavori, iniziano dunque a premere al massimo sull’acceleratore ideologico per il quale il movimento nel ballo, dovesse non solo essere buono e bello da vedere, ma che dovesse anzitutto trasmettere a pieno un significato allo spettatore.
Nello svolgere questa delicata idea per metterla fisicamente in pratica, ecco che verranno infine gettate le basi del balletto d’azione, uno stile di scena del ballo ed innovativo, nel quale una storia veniva trasmessa interamente per mezzo di puro movimento.
Al danzatore di professione dunque, da quel momento in poi, non viene più chiesto di mantenere il classico atteggiamento aristocratico, bensì di fare trasparire con l’avvento del balletto drammatico e d’azione, emozioni mai espresse in pubblico tramite il movimento stesso; questo risulta essere ciò che il pubblico ora si aspetta.
Sia nel balletto seicentesco che settecentesco v’erano presenti di rado alcuni contenuti drammatici ed espressivi, ma in primis vi era uno sfruttamento totale dell’arte come mezzo propagandistico politico o per altri fini dettati sempre dai governanti.
Il 1700 è dunque il secolo nel quale sentimento, azione, poesia e sensazione si sposano e unendosi, si danno libero sfogo all’interno delle grandi produzioni e coreografie del ballo d’azione, stile che da quel momento in poi caratterizza quasi tutto il secolo, generando al contempo un’ampia ed innovativa schiera di nuovi artisti e grandi nomi della danza.