I primi locali da ballo del 900 in Europa e America
I locali da ballo che influenzarono di gran lunga la nuova società europea del XX secolo, nacquero a Parigi all’inizio del 900’, diffondendosi poi nelle grandi capitali d’Europa per poi passare in una nuova fase transatlantica verso il Nuovo continente americano.
A quei tempi erano gli U.s.a. ad essere fortemente influenzati da tendenze e mode europee e non il contrario come avviene oggigiorno.
Da Parigi nascono i primi club notturni, tradotti in territorio statunitense attraverso locali come il celeberrimo “Cotton Club”, locale notturno nato negli anni 30’ e ricordato per essere stato il padre dei night club; questi ultimi concepiti come luoghi di perdizione e di svago, grazie al lusso sfrenato ed alle molteplici attività per nulla legali (tra le quali gioco d’azzardo, somministrazione di alcoolici in periodi di proibizionismo e prostituzione) consumate nemmeno tanto di nascosto al loro interno.
Questo modo di concepire i locali fa nascere in parallelo una serie di luoghi di ritrovo differenti da quelli usuali, un poco più rurali per persone che non vivevano o non volevano frequentare le grandi città, sommato il tutto al costante mercato dei dischi in vinile, venne favorito ad artisti improvvisati quali dj caserecci e quant’altro, di improvvisare luoghi di aggregazione presso case pubbliche e private, per danzare assieme ad amici, concittadini e parenti in salotti e taverne.
Fu un modo indiretto per promuovere e prolungare nel tempo l’antica tradizione rurale composta da operai e contadini, sostenuta oltre che da questi anche da membri delle comunità che si divertivano ed erano in grado di aggiungere alle feste interpretazioni di accompagnamenti musicali soprattutto utilizzando fisarmoniche e violini (strumenti molto caratteristici dell’America rurale dei primi decenni del 900’).
Spostandosi in Italia, qui si ebbe una ampia nascita di luoghi di aggregazione estivi costituiti principalmente da arene che venivano normalmente ricavate da alcuni giardini pubblici, ed al contempo a questi spazi nacquero le discoteche, destinate per lo più ai balli popolari o alla musica disco e house proveniente dall’estero.
La fioritura di tutti questi locali di nuova concezione inizia ad espandersi in tutta Europa, fino al raggiungimento delle cittadine meno conosciute, quindi non solo nelle grandi città, ma ovunque vi era un minimo di rete demografica.
In tutti questi luoghi la musica ed il ballo erano fruibili esclusivamente dai dischi andarono a sostituire in territorio europeo quei locali che erano soliti svolgere musica live, mentre negli Stati Uniti vennero visti come diretti discendenti dei dance party delle comunità Afro-americane.
Man mano col passare di pochi anni, la tendenza fu quella di incentrarsi sulle discoteche tralasciando via via tutti gli altri luoghi di aggregazione: Dischi in vinile, consolle fiammanti, casse per l’amplificazione, il dee jay, la palla riflettente, le luci colorate e quelle strobo, divanetti, cocktails e un’ampia pista per il ballo erano i giusti ingredienti per le serate di successo.
Qualcosa a livello di balere è sopravvissuto in Italia, si stimano ad oggi circa 2000 balere e 5/6000 orchestre live che circolano in cerca di ingaggio sul territorio; il DJ in questo caso ricopre un ruolo marginale e lavora meno rispetto ai colleghi musicisti.
Inoltre inizialmente questi luoghi specifici possedevano una caratteristica tale che vedeva donne e uomini giovani separati da una parte e dall’altra della pista da ballo, sia per pudore che per galanteria il buon costume prevedeva che fosse sempre l’uomo ad avvicinarsi alla ballerina prescelta (spesso accompagnata da parenti se molto giovane), per poterla così portare a danzare in pista; una tradizione ormai fin troppo lontana dai canoni estetici e di comportamento della società odierna.